La scarpa da running

I corridori, giustamente, sono sempre alla ricerca della scarpa perfetta e le aziende produttrici ogni mese sfornano nuovi modelli con tecnologie e materiali sempre più avanzati.

La scarpa, considerata come un dispositivo nel quale alloggiamo il piede, gioca un ruolo fondamentale nella protezione dello stesso, permettendoci di andare a velocità e distanze che, diversamente, non potremmo raggiungere, se non con il rischio di andare incontro ad un infortunio.

Nel momento dell’acquisto, è importante sapere di quali scarpe abbiamo bisogno. Vediamo quindi nel dettaglio le parti che compongono una scarpa da running:

  • battistrada, è la parte che va a contatto con il terreno;
  • intersuola, una componente essenziale della calzatura alla quale sono applicate le tecnologie più importanti (con EVA o poliuretano, per esempio) per aumentare il sistema di ammortizzamento o per un sostegno mediale;
  • cambrione, un rinforzo della suola per controllare la torsione della calzatura;
  • contrafforte, il rinforzo posteriore del calcagno;
  • tomaia, la struttura superiore che avvolge la parte dorsale del piede.

 

Nella classificazione delle scarpe da running esistono 8 categorie che differiscono per caratteristiche, peso, battistrada, drop (inteso come differenza tra avampiede e retropiede) e ammortizzamento.

Le 8 categorie sono nominate in ordine progressivo e partono dalle A0-minimaliste fino alle A7-chiodate.

Tra tutte, le categorie più utilizzate sono le seguenti:

  • A2-intermedie, usate in gare di podisti esperti e sotto una certa soglia di peso. Esse presentano una forma semicurva con drop medio e garantiscono un giusto compromesso tra movimento del retro piede e flessibilità nell’avampiede;
  • A3-neutre, queste danno il giusto compromesso tra ammortizzamento e peso anche per un tipo di corsa lenta, perché sono in grado di assorbire l’impatto del peso a terra e sono indicate per un gran numero di corridori, in quanto molto confortevoli;
  • A4-stabili sono molto simili alle precedenti, ma indicate per chi vuole maggior controllo del piede durante la corsa o per podisti con un peso oltre gli 80kg.

Una categoria particolare è rappresentata dalle A5-trail running, calzature utilizzate per la corsa in fuori strada, spesso nei sentieri in montagna o in terreni molto sconnessi, con importanti pendenze. Sono scarpe leggere, ma con un battistrada in grado di non trattenere la terra, garantendo la massima aderenza anche su fondo bagnato.

Dopo questa premessa tecnica sulle componenti della scarpa e sulle principali tipologie, passiamo ora alle caratteristiche da tenere in considerazione nella scelta della calzatura ideale. Un primo aspetto fondamentale è il numero corretto: il piede deve esse libero di svolgere tutti i suoi movimenti e la scarpa non deve essere corta per evitare traumatismi ungueali. Meglio considerare la lunghezza in cm per una maggiore precisione, poiché scarpe di marche diverse possono misurare gli stessi centimetri in lunghezza, ma indicare numeri differenti!

Un secondo aspetto importante è il fatto che la scarpa aderisca bene al piede (devono diventare una cosa sola muovendosi in modo sinergico) per evitare infortuni e per non incentivare un’usura precoce della calzatura. Infatti, il peso del corpo scaricato a terra aumenta notevolmente nella corsa rispetto che nella camminata e quindi il piede, come altre strutture anatomiche, è molto più stressato, anche a causa della velocità con cui ogni singolo movimento viene svolto grazie all’azione sinergica dei muscoli.

Per questo è molto importante che la scarpa venga stringata ad ogni nuovo utilizzo e slacciata alla fine.

Un altro vantaggio si registra nelle scarpe che possiedono già una suola estraibile, in modo da poter inserire, al bisogno, un’eventuale ortesi plantare.

Veniamo ora alle singole componenti: la tomaia non deve essere troppo elastica perché non deve lasciare troppa libertà al piede, ma, al contrario, deve aiutare il controllo dei movimenti. È importante inoltre analizzare bene la tomaia per evitare spiacevoli dolori e successive callosità dovute alla presenza di cuciture in punti critici come, per esempio, a livello del 5° dito laterale.

La suola invece deve potersi flettere a livello dell’avampiede per permetterne il rotolamento durante la corsa e per darci la giusta propulsione, e deve ammortizzare. Il cambrione non deve permettere alla scarpa di effettuare il movimento di torsione.

Come regola generale, la scarpa non deve mai risultare scomoda o dare fastidio, sia all’inizio che alla fine di una corsa. Abbandoniamo l’idea che la scarpa da running ottimale sia corta e stretta!

Un ultimo aspetto molto importante è quello di avere sempre cura del proprio piede: un’ottima performance o un ottimo risultato partono da qui. I piedi sono gli arti più complessi del corpo umano formati da 26 ossa ciascuno e da complesse articolazioni in grado di dare sostegno, permettere la locomozione e consentire la modifica della propria forma per potersi adattare alle asperità del terreno.

Il mio ruolo di Podologo è quello di considerare e valutare gli aspetti di mobilità, forza e struttura per consigliare la migliore calzatura o eventualmente, se necessario, consigliare e realizzare su misura un’ortesi plantare. Molto spesso, poi, mi viene chiesto di valutare periodicamente l’usura delle scarpe dei miei pazienti, per permettergli di correre sempre in sicurezza e prevenire possibili infortuni.

L’usura della scarpa, infatti, è un fattore da tenere sempre costantemente monitorato. Esso dipende da molti elementi: tipologia della corsa, durata media, peso della persona, categoria della scarpa, sistemi di ammortizzamento e materiali utilizzati, temperatura e terreno su cui corriamo.

Riporto ora brevemente un esempio reale per darvi un’idea della valutazione che il Podologo può fare studiando il vostro caso specifico e i vostri dati. Il paziente in questione è uno sportivo, 60 kg di peso, 48 anni, corridore da 11 anni. Utilizza una scarpa da running A3 che pesa circa 310 gr (utilizza questa tipologia perché molto ammortizzata e confortevole per lui). Percorre 130/140 km ogni mese con un passo medio 5 min/km.

Nel suo caso la durata delle scarpe è all’incirca di 700/800 km.

Ciò che voglio comunicarvi con questo esempio, è che esistono tantissimi fattori diversi da persona a persona, che intervengono sull’usura della scarpa da running e per questo motivo non è possibile stabilire un chilometraggio massimo generico, valido per tutti. Basterebbe infatti solo qualche kg di peso in più, o una velocità di corsa diversa o un diverso chilometraggio mensile per cambiare completamente il livello massimo di usura della scarpa.

Una considerazione a parte meritano infine le calze, anche in questo caso ne esistono in commercio diverse tipologie:

  • con sistemi di compressione graduata, in grado di migliorare la circolazione sanguigna aiutando il ritorno venoso al cuore e l’ossigenazione dei muscoli diminuendo l’affaticamento;
  • con rinforzi a livello dell’arco longitudinale;
  • con assenza di cuciture nei punti di sfregamento,
  • con maggiore protezione delle dita o dei punti di maggior sfregamento.

In conclusione, possiamo affermare che non esiste la scarpa da running perfetta, ma esiste quella ideale per la conformazione del proprio piede.

D’ora in avanti, ogni volta che sceglierai le tue calzature da running ricordati di questi piccoli accorgimenti, domandati se le scarpe che stai comprando rispecchiamo le caratteristiche che ti ho elencato, e, soprattutto, ricorda quanto siano importanti per la salute dei tuoi piedi e del tuo corpo!

 

Nel caso in cui avessi altre domande riguardo a scarpe e calzature non esitare a contattarmi! Contattami anche se desideri un approfondimento riguardo alla calzatura specifica del tuo sport preferito! Sarò felice di rispondere ai tuoi quesiti.

Dott. Mauro Borsatti

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